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Liber-ando il Calendario dell'avvento!

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


  E' ufficialmente iniziato l'avvento e per quest'anno ho pensato di proporti un calendario dell'avvento a tema libresco.

    Troverai un titolo diverso per ogni giorno di Dicembre fino a Natale e, per ogni titolo, ho inserito una frase che mi ha colpito o lasciato qualcosa.

    Vedila come un modo per fare il "conto alla rovescia" verso il Natale, per riflettere e, perchè no, per trarre spunto dalle mie proposte per fare qualche regalo "di senso".

 

 

    1.      “Niente posto per le fiabe” di Martina Asero

 

“Ogni tanto, da sola nella mia stanza, leggevo a voce alta il passaggio di un libro che tenevo sulle ginocchia, immaginando che da qualche parte anche Zucca avesse delle storie da ascoltare. Anno dopo anno, a Natale, appendevo all’albero il ceppo che aveva intagliato con la foglia incastrata dentro, che avevo reso davvero una decorazione come mi aveva suggerito. Non ho raccontato nulla ai fidanzati che ho avuto, perché non avrei saputo cosa dire e credevo che in ogni caso non avrebbero potuto comprendere”.

 

2. "Tre piani” di Eshkol Nevo

 

“I tre piani dell’anima non esistono dentro di noi. Niente affatto! Esistono nello spazio tra noi e l’altro, nella distanza tra la nostra bocca e l’orecchio di chi ascolta la nostra storia. E se non c’è nessuno ad ascoltare, allora non c’è nemmeno la storia. L’importante è parlare con qualcuno. Altrimenti, tutti soli, non sappiamo nemmeno a che piano ci troviamo, siamo condannati a brancolare disperati nel buio, nell’atrio, in cerca del pulsante della luce”.

 

3. "Succede sempre qualcosa di meraviglioso”, di Gianluca Gotto

 

“Tu sei come un granello di sabbia. E i granelli di sabbia non hanno l’ansia. Solo quando non sei consapevole dello spazio che occupi, soffri. Se sai di essere una scintilla nell’universo, capisci che è stupido sprecare tempo a preoccuparsi. (…) Tu sei qui, di passaggio, e invece di preoccuparti e ambire ad avere sempre di più, dovresti semplicemente goderti questa possibilità: una nuova giornata”.

 

4. "Ricucire l’anima” di Erika Poli

 

“Solo accogliendo l’immagine che ci viene riflessa, e vedendola in controluce insieme con l’immagine che invece vogliamo dare di noi, possiamo aspirare ad un’integrità di buono e cattivo, di oscuro e luminoso, di piccolo e grande, divino e abietto, forte e fragile, che è la vera individuazione”.

 

5. "Ciò che inferno non è” di Alessandro D’Avenia

 

“Hai ragione, è troppo pericoloso. Ma non è tutto inferno. L’inferno, come dice Don Pino, è quando non si può più amare, quando non si può più dare qualcosa di sé e ricevere qualcosa dagli altri. Questo è ancora possibile”.

 

6. "Guarsci te stesso” di Saki Santorelli

 

“Quando sono disposto a stare con questa turbolenza senza alcun obiettivo, essendo paziente con me stesso e con l’immobilità della situazione, la giusta azione sorge spontaneamente. In quei momenti il respiro e il nostro essere disposti a stare fermi e in silenzio sono le ancore e gli alleati più utili”

 

7. "Finchè il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi

 

“La condizione di Fusagi non era cambiata di una virgola, ma Kotake aveva imparato a godersi le conversazioni con lui. Hirai aveva perso la sorella, ma la foto che aveva mandato al caffè la mostrava felice e sorridente insieme ai genitori. Il presente non era cambiato, ma quelle due persone si. Kotake e Hirai erano tornate nel presente con il cuore trasformato”.

 

8. "I doni dell’imperfezione” di Brenè Brown

 

“Vivere in modo incondizionato significa prendere parte attiva alla nostra esistenza da una posizione di merito. Significa coltivare il coraggio, la compassione e la connessione, per svegliarsi la mattina e pensare <<Non importa ciò che riesco a fare e ciò che mi resta da fare, io sono abbastanza>>. Significa andare a letto la sera pensando:<<Si, sono imperfetta e vulnerabile, e a volte ho paura, ma questo non cambia la verità, e cioè che sono anche coraggiosa e merito amore e senso di appartenenza>>”.

 

9. "Vivere momento per momento” di John Kabat-Zinn 

 

“Il buono è enorme – a mio avviso grande abbastanza per permetterci di affrontare il brutto e il cattivo, il difficile e l’impossibile – e non si trova solo all’esterno, ma anche all’interno. La pratica della consapevolezza implica il trovare, riconoscere e utilizzare la parte di noi che è già OK, già bella, già integra in virtù del nostro essere umani, e attingere a essa per vivere la nostra vita come se davvero importasse il modo in cui ci rapportiamo a tutto ciò che ci viene incontro, qualsiasi cosa sia”.

 

10. "La morte di Ivan Il’ic” di Lev Tolstoj

 

“In quello stesso momento Ivan Il’ic era sprofondato, aveva visto la luce e aveva scoperto che la sua vita non era stata come avrebbe dovuto essere, ma che a questo si poteva ancora rimediare. Si era chiesto cosa si poteva fare di giusto e si era calmato mettendosi in ascolto. Allora aveva sentito qualcuno che gli baciava la mano. Aveva aperto gli occhi e aveva visto il figlio. Aveva avuto pietà di lui. La moglie gli si era avvicinata. L’aveva guardata. Lei, con la bocca aperta, le lacrime che scorrevano sul naso e sulle guance, senza che le asciugasse, lo guardava con aria disperata. Aveva avuto pietà di lei”.

 

11. "La forza della fragilità” di Brenè Brown

 

“Rimettendoci in piedi dopo una caduta, impariamo a vivere con tutto il nostro essere, autenticamente e incondizionatamente, e percorriamo la strada che ci aiuta di più a capire chi siamo”.

 

12. "Dieci donne” di Marcela Serrano

 

“L’unica condizione perché una vita come la mia possa funzionare è star bene con se stesse. Confidare in sé. Senza risorse interiori, non c’è niente da fare. Samuel Beckett ha scritto una frase che cito in silenzio quando mi vengono dei dubbi sulle mie scelte: “Non importa. Prova ancora. Sbaglia ancora. Sbaglia meglio”.

 

13. "Più Felice” di Tal Ben-Shahar

 

“Per realizzare, per rendere reale, il potenziale della vita in termini di valuta fondamentale, dobbiamo prima accettare il <<questo è>> - che tutto quello che c’è nella vita è il giorno per giorno, l’ordinario, i dettagli del mosaico. Viviamo una vita felice quando otteniamo piacere e significato mentre passiamo del tempo con le persone che amiamo, impariamo qualcosa di nuovo o ci impegniamo in un progetto sul lavoro. Più i nostri giorni sono pieni di queste esperienze, più felici diventeremo. Questo è tutto quello che serve”.

 

14. "Se non ti vedo non esisti” – Levante

 

“Strano riflettere sul nulla. Il mio nulla è tutto, per ogni volta in cui mi sono detta “non è nulla!” davanti a un fortissimo pugno allo stomaco, a un crampo al cuore, a un attacco d’asma illuminante, per tutte quelle volte in cui ho capito che non c’era poi una grande differenza tra la mancanza di carezze e quella di ossigeno. Il mio nulla è un armadio dove con disattenzione ripongo cose importanti. Le butto dentro senza aprire troppo le ante, anzi ne dischiudo leggermente soltanto una e con un gesto veloce ci nascondo il mio dispiacere. Ciao. Vai. Se rimarrai lì dentro non esisterai più qui fuori, ti lascio nell’ombra, dove non posso vederti. Se non ti vedo non esisti. Se non mi vedi non esisto”.

 

15. "Diventare se stessi” - Irvin Yalom

 

“Secondo le parole di una paziente: <<Che peccato aver dovuto aspettare fino ad ora, ora che il mio corpo è crivellato dal cancro, per imparare a vivere>>. Quella frase si è insediata in permanenza nella mia mente e mi ha aiutato a dare forma alla mia pratica della terapia esistenziale. Spesso la metto in questo modo: anche se la realtà della morte ci può distruggere, l’idea della morte ci può salvare. Mi sembra renda bene l’idea che, siccome abbiamo solo una possibilità di vivere, dovremmo sfruttarla pienamente e concludere la vita con il minor numero possibile di rimpianti”.

 

16. "Alchimia emotiva” di Tara Bennet Goleman

 

“Quando riusciamo ad aprirci a sentimenti che abbiamo evitato, magari per anni, scopriamo che non dobbiamo più averne paura. Ci vuole coraggio per guardare onestamente la nostra mente, le nostre reazioni e i nostri schemi emotivi. Ci vuole forza d’animo per guardare senza compromessi le nostre paure e il nostro aggrapparci alle cose, senza scappare né smorzare i nostri sentimenti, o nasconderci dietro scuse. Una simile onestà ci chiede di entrare in empatia con noi stessi, rimanendo connessi alla nostra esperienza, indipendentemente da quanto dispiacere, dolore o sconforto possa portare. Equivale ad un atto di bontà verso se stessi”.

 

17. "Le parole per dirlo” di Marie Cardinal

 

Ogni volta che ho aperto una di quelle porte terrificanti mi sono accorta che il meccanismo della serratura era meno complicato di quanto pensassi e che laddove pensavo di trovare il terrore, la tortura, l’orrore, scoprivo soltanto una bambina sconvolta, infelice, terrorizzata, sottosopra. (…) Rivivevo con lei quei momenti, diventavo lei, sentivo la sua paura. Poi lei scompariva. Io mi svegliavo e mi mettevo a pulire il terreno appena conquistato. Il mio spazio diventava sempre più grande. Stavo meglio. Nella prima parte dell’analisi avevo ritrovato la salute e la libertà di servirmi del mio corpo. Ora cominciavo lentamente a scoprire me stessa”.

 

18. "Il cavaliere che aveva un peso sul cuore” di Marcia Grad Powers

 

“La bestia cercò di distrarlo sputando fuoco tutt’intorno a lui, ma le fiamme ormai erano così piccole che Duke riusciva a spegnerle con gli stivali. Consapevole di aver perso la battaglia, il drago giocò l’ultima carta e tentò l’assalto diretto:<<Non riuscirai a battermi>> gridò con voce gracchiante. <<Non sei nulla senza di me. Io sono la tua parte più forte!>>. <<Non più!>> rispose Duke sicuro di se stesso. <<Io sono la mia parte più forte! La verità è con me! E’ per questo che stai diventando sempre più piccolo e inoffensivo. Non te ne accorgi? Guarda che fiammelle ti escono. E senti cosa dici!>>. Il drago fece un ultimo tentativo e gli si scagliò addosso. Questa volta la voce fu poco più di un sussurro e le fiamme solo scintille”.

 

19. "La tua seconda vita inizia quando capisci di averne una sola” di Raphaelle Giordano

 

“Non pensa che non ci sia niente di peggio di questa impressione di sprecare la vita per non aver avuto il coraggio di modellarla a immagine dei propri desideri, per non aver saputo rimanere fedeli ai propri valori profondi, ai bambini che siamo stati, ai loro sogni?”.

 

20. "Uno psicologo nei lager” di Viktor E. Frankl

 

“Per la millesima volta lotti per una risposta, lotti per il senso del tuo dolore, del tuo sacrificio – per il senso del tuo lento morire. In un’ultima impennata contro lo sconforto di una morte che ti è davanti, senti che il tuo spirito squarcia il grigio intorno a te, e in quest’ultimo slancio senti come lo spirito evade da tutto questo mondo desolato e assurdo e che alle tue ultime domande sul significato del dolore, risuona da qualche parte un <<si>> vittorioso e pieno di gioia. E in quest’attimo – risplende una luce nella lontana finestra d’una fattoria che sta all’orizzonte come un fondale, nel grigio disperato di un albeggiante mattino bavarese – et lux in tenebris lucet, e la luce risplende nell’oscurità”.

 

21. "Quattro etti d’amore, grazie” di Chiara Gamberale

 

“Credono che l’esistenza che trascinano gli sia capitata come una dannazione: invece è esattamente l’unica che desiderano, l’unica adatta a loro. Si mettono in salvo e credono di perdersi, rischiano di perdersi e credono di mettersi in salvo. Quanto pesa quello che siamo? E quello che non abbiamo? Sembrano chiedersi in continuazione, ma non se lo chiedono mai”.

 

22. "Sul lettino di Freud” di Irvin Yalom

 

“Credo di essere piaciuto a Belle perché la trattavo come una persona. Facevo esattamente quello che sta facendo lei adesso…e le voglio dire, dottor Lash, che apprezzo che si comporti in questo modo. Non avevo letto nessuno dei suoi incartamenti, ero entrato alla cieca, volevo essere completamente genuino, privo di pregiudizi. Belle per me non è mai stata una diagnosi, né una paziente a rischio o un disordine alimentare, una compulsiva o un carattere antisociale. E’ questo il modo con cui accosto tutti i miei pazienti. E mi auguro di non diventare mai una diagnosi per lei”.

 

  23. "La principessa che credeva nelle favole” di Marcia Grad Powers

 

“<<La felicità non si trova né in giardino né in cucina>> la corresse Doc. <<E non la portano gli uccellini, nemmeno questo, così come non è a portata di mano dall’altra parte dello steccato, dove l’erba sembra più verde. Sorge invece dal profondo di qualunque essere umano giunga a conoscere la verità>>”.

 

24.  “Canto di Natale” di Charles Dickens

 

"Non conta che la mano ora sia pesante e ricada inerte quando la si lasci; non conta che il cuore e i suoi battiti siano fermi e spenti. Conta, piuttosto, che la mano sia stata aperta, generosa e leale; e il cuore impavido, caldo e gentile, e i suoi battiti i battiti di un uomo".

 

 

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.