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Liber-ando "Elogio del fallimento"

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Il testo di cui voglio parlarti oggi è un manuale di auto aiuto che tratta un tema molto poco gettonato come quello del fallimento.

Parlare di fallimento oggi è un grande rischio, proprio perché viviamo in una società che sponsorizza molto la riuscita, il successo, la perfezione in genere.

E, proprio in opposizione di tutto ciò, l’autrice tratta il tema del fallimento trasformandolo in una risorsa invece che in un qualcosa di cui vergognarsi.

Anzi, ancora di più, ha proprio fondato una specie di “scuola del fallimento”, prima in Italia, che ti aiuta ad affrontare le tue cadute nel modo migliore rendendole delle vittorie e usandole per rafforzarti.

Pieno di spunti pratici, oltre che di diverse testimonianze tratte dalla vita di personaggi famosi e non, il libro ci permette di ridimensionare l’errore nella nostra vita, e ci fa imparare ad inserirlo nel nostro quotidiano traendone il meglio.

Un testo che può essere utile per manager immersi in un sistema lavorativo molto competitivo, ma anche per chi si sente un fallimento in genere, o per chi ha perso qualcosa e si attribuisce tutte le colpe per questo.

Non è, ovviamente, un libro “magico” atto a risolverci i problemi o a farci il miracolo, ma ha davvero il potere di gettare dentro di noi un semino che può cambiare in modo radicale le nostre prospettive sul fallimento.

 

 

 

3 COSE CHE HO IMPARATO LEGGENDO QUESTO LIBRO

 

 

1. L’errore è una parte fondamentale del cammino.

 

Prima verità che mi porto dietro dalla lettura del libro è il fatto che sbagliare sia umano, anzi auspicabile.

Siamo per natura portati a leggere l’errore come il segno del fatto che non siamo in grado, che non siamo capaci e via dicendo: iniziare a percepire l’errore, invece, come un’occasione di crescita e apprendimento ci può davvero aiutare a reagire in maniera molto più funzionale ad esso.

Se inizio a vedere il fallimento come passaggio inevitabile, perché vivo e “cammino nel mondo”, sarò più propensa ad accoglierlo in maniera positiva e a trarne il meglio per le mie esperienze successive.

Inoltre, il modo di sbagliare e gestire i tuoi errori ti permetterà di conoscerti meglio e di imparare sempre qualcosa di nuovo su come sei fatta/o e su cosa funziona meglio per te.

 

2. La forza delle polarità.

 

Altra verità che riconfermo da questa lettura è l’importanza delle polarità e degli opposti e, nello specifico, quanto sia importante che coesistano entrambe le facce di una stessa medaglia.

Di nuovo, siamo portati a ragionare in termini di bianco o nero, di buono o cattivo, bello o brutto: questo ci porta, ovviamente, a percepire le nostre luci e risorse come aspetti positivi da potenziare dentro di noi, e le nostre ombre o sbagli come un qualcosa da sopprimere o nascondere.

In questo libro impariamo, invece, tutto l’opposto: siamo fatti di risorse, ma anche di incapacità e fallimenti; siamo luce, ma anche ombra; abbiamo aspetti belli e positivi, ma anche negativi e non proprio accettabili.

E prima riusciamo a tollerare l’esistenza dentro di noi di innumerevoli polarità, prima saremo in grado di accogliere con benevolenza anche ciò che non ci piace di noi o che non va come vorremmo.

 

3. Accettare “attivamente” il fallimento.

 

Ultimo aspetto che mi rimane da questa lettura è quanto sia determinante approcciarsi al fallimento in un’ottica attiva invece che passiva. Detto in altri termini, se soccombo di fronte ai miei errori, e penso di non avere alcun potere su di essi, avrò un approccio passivo al fallimento.

Se, viceversa, il mio modo di rispondere ad una caduta sarà attivo, avrò dentro di me l’impressione che posso fare qualcosa, che posso intervenire, che posso in qualche modo “modificare” ciò che mi è accaduto perché non è immutabile.

Questo mi permette di leggere l’errore o il fallimento come un aspetto normale della mia vita, su cui ho pieno potere di intervento e recupero: passerò, quindi, da una posizione passiva a una attiva sentendomi molto più efficace come Persona in genere.

 

 

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

“La vita in fondo è un’altalena di emozioni e io ho imparato, col tempo, ad accettare e a ringraziare le sue ombre e le sue luci, il bianco e il nero, il bello e il brutto, e a vivere ogni cambiamento come un’opportunità di crescita personale e di superamento dei miei limiti”

 

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.