Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale
In continuazione con il post di settimana scorsa, oggi voglio proporti 3 testi che possono essere una buona idea regalo per i più piccoli.
Proprio in occasione del Natale e della pausa delle vacanze natalizie leggere qualche pagina di un libro con i nostri bambini può diventare un’occasione importante di relazione, oltre che di educazione.
“Fiabe e racconti per il Natale”.
Grande classico per eccellenza, questo libro è una raccolta dei più famosi racconti di Natale. Si va da Oscar Wilde ad Hans Christian Andersen, passando per Charles Dickens e via dicendo.
Il modo con cui l’editrice Gribaudo ha scelto di presentare i vari racconti è molto semplice, e questo rende il libro di facile lettura sia per i bimbi più piccolini che per i più grandi. Ho apprezzato il fatto che in ogni pagina ci siano delle illustrazioni, gradevoli e moderne, che rendono il tutto più accattivante mantenendo viva l’attenzione anche dei più piccoli che, magari, farebbero fatica a seguire soltanto la narrazione.
Reputo questo testo un buon modo per approcciarsi ai grandi classici della letteratura, senza però tralasciare il divertimento e la leggerezza che una lettura natalizia dovrebbe portare con sé.
L’aspetto fondamentale, infine, è che ogni storia contenuta in questo libro lascia un messaggio di senso ben preciso, che può essere veicolato ai bambini in base all’età e al livello di sviluppo. Questo rende il libro estremamente attuale, proprio perché, man mano che il bambino cresce, ha la possibilità di apprendere significati sempre nuovi e di maggiore complessità.
In generale, può essere proposto ai bambini in età scolare, anche se ho notato che viene accolto con favore anche da bambini più piccoli, proprio grazie alle illustrazioni e alla grafica.
3 cose che mi porto dalla lettura di questo libro:
1. Anche le cose più complicate si possono rendere in modo semplice.
Leggere dei racconti che sono dei classici mi fa venire in mente il fatto che, spesso, dietro contenuti apparentemente banali si possono nascondere delle verità molto importanti. Ed è quello che succede leggendo queste fiabe, che hanno tutte dei temi esistenziali importanti, ma che possono essere avvicinate anche dai bambini per la loro estrema semplicità espressiva.
Allora la riflessione che mi viene da fare è che anche ciò che ti sembra difficile e inspiegabile può, con impegno, essere comunicato in maniera semplice e che, viceversa, se qualcosa ti sembra banale e scontata significa che devi andare oltre l’apparenza, perché molto probabilmente non lo è.
2. L’importanza di trasferire un messaggio di senso ai bambini.
Viviamo in un mondo molto incentrato sull’avere e l’apparire: questo tipo di racconti possono, perciò, essere considerati estremamente fuori moda e sorpassati. Nello stesso tempo, però, lasciano delle eredità di senso che non hanno prezzo ed è molto importante che tu decidi con responsabilità di tramandare questo messaggio ai tuoi bambini.
Puoi trasferire il messaggio che esiste altro oltre la mera routine quotidiana, che si può sognare, avere fiducia nella vita, avere le facoltà per rendere questo mondo migliore: se riscopri i tuoi significati puoi tramandarli e aiutare qualcun altro a fare lo stesso. Detto in altre parole, non puoi fare andare un’altra Persona più in là di dove sei arrivata/o tu stessa/o.
3. Leggere mette in relazione.
Punto valido per tutti i momenti di lettura condivisa, ma ancora di più se questa condivisione avviene con i propri bambini. Leggere delle storie di qualità stimola l’immaginazione, favorisce la riflessione e l’introspezione, aumenta la sensibilità personale: e tutto questo è potenziato se lo si fa in due.
Leggere insieme ai nostri bambini non è, quindi, solo un momento di educazione e apprendimento, ma diventa un momento di relazione: attraverso la narrazione di una storia ti prendi, più o meno involontariamente, la briga di veicolare la voglia di stare insieme, di stringere un legame, di trasmettere amore.
CITAZIONE PREFERITA
“Una mattina d’inverno, guardò fuori dalla finestra. Ora non temeva più questa stagione, perché sapeva che la primavera tornava sempre”.
“Mi leggi una storia di Natale?” di Francesca Mascheroni.
Potremmo definire questo libro una sorta di calendario dell’Avvento in forma narrativa: è, infatti, costituito da 25 racconti (uno per ogni giorno di Dicembre fino ad arrivare al 25) che hanno come filo rosso il tema cristiano della nascita di Gesù. Si parte dall’Annunciazione fino ad arrivare alla natività, con simpatici “intermezzi” inventati su alcuni personaggi marginali nella scena, come l’asinello o la stella cometa.
Qualcuno potrebbe, forse, storcere il naso perché vengono trattati i temi principali del Natale in chiave religiosa: ma il Natale non è, soprattutto, una festa religiosa? Non voglio fare del moralismo o cose del genere, ma solo farti riflettere sul fatto che dare ai tuoi bambini la possibilità di conoscere una storia può solo arricchirli.
Credo, cioè, che sia dovere di ogni genitore dare il giusto nome alle cose e, quindi, quantomeno chiarire cosa si festeggia a Natale: poi, da grande, ogni Persona potrà essere in grado di scegliere liberamente che strada prendere.
Oltre questo discorso, comunque, reputo valido questo testo anche per la presenza di diverse box di approfondimento con alcune curiosità a tema natalizio, come la leggenda della stella di natale o l’origine del tronchetto di Natale che è spesso presente sulle nostre tavole: credo che sia una buona occasione, sia per noi che per i nostri figli, per rispolverare alcuni concetti, ma anche per apprenderne di nuovi.
Infine, un’altra cosa simpatica che si può trovare sono diverse attività pratiche da poter fare con i nostri bambini, come le statuine di sale, i dolcetti a tema natalizio o i segnaposto per la tavola: tutti spunti molto utili per passare del tempo di qualità con i bambini.
3 cose che mi porto dalla lettura di questo libro:
1. La pazienza e la speranza dell’attesa.
Siamo spesso irrequieti e impazienti, sempre proiettati su quello che dobbiamo ottenere e raggiungere, quasi mai su quello che stiamo vivendo adesso. Questo libro mi fa riflettere sull’importanza del sapere aspettare e sulla bellezza che si nasconde dietro un’attesa.
Penso, per esempio, ad un bambino che aspetta i suoi regali la notte della vigilia di Natale, ad una mamma che porta in grembo la sua creatura o, per andare più sul semplice, all’attesa di assaporare il piatto che ci piace tanto dopo una giornata faticosa.
L’attesa nasconde, per esempio, immaginazione rispetto a quello che sarà, desiderio, speranza: non è questo, forse, che dà senso alla vita?
2. Religiosità e religione sono due cose diverse.
Come già specificato prima, questo è un testo che affronta in maniera diretta temi legati alla religione: prima di parlarvene mi sono chiesta se questa cosa poteva essere in qualche modo fraintesa o, comunque, essere letta un po’ come “di parte”. Ma, riprendendo tra le mani questo libro, si è riconfermata dentro di me una verità importante: si può essere profondamente religiosi senza per forza abbracciare un credo, e viceversa.
La religiosità, secondo me, ha a che vedere con il significato che diamo alla nostra vita, con il sentirci parte di un qualcosa di più grande di noi, con la voglia di rimanere in profondo contatto con noi stessi e con gli altri esseri viventi. E se poi questo viene ritrovato in una data religione ben venga, anche se non è per forza questa l’unica via.
3. L’importanza di credere in qualcosa.
In continuazione con il punto precedente, questo libro mi ha lasciato un senso di speranza rispetto alla possibilità di trasferire ai più piccoli un credo. Di nuovo, non solo e non per forza un credo religioso. Avere dei valori, credere in delle cose che per noi sono delle verità importanti dà senso alla nostra vita, la rende più piena, ci dà più vitalità.
E credo che sia molto importante lasciare questa eredità ai nostri piccoli, perché hanno tanto bisogno di credere che la vita valga la pena di essere vissuta, attivamente e alla luce di una continua ricerca di se stessi e dei propri significati personali.
CITAZIONE PREFERITA
“Suonò, Pino, con tutta la delicatezza e la passione di cui era capace. Coloro che erano presenti ora tacevano, incantati. Sembrava un piccolo presepe improvvisato. Poi il treno arrivò e le persone si dispersero, salendo sulle carrozze. La mamma volse verso di lui uno sguardo pieno di gratitudine perché il piccino si era addormentato e ora sorrideva nel sonno. Anche Pino si allontanò sorridendo contento in cuor suo del piccolo dono che aveva fatto a quel bimbo sconosciuto”.
“Le più belle storie di Natale” di Gianni Rodari.
Questa è un’antologia che raccoglie storie e filastrocche a tema natalizio di uno tra i più famosi autori per bambini come Gianni Rodari. I testi sono tratti da raccolte abbastanza datate, ma non perdono per niente il loro fascino: scorrere queste pagine sembra, infatti, riportare il lettore in una dimensione senza tempo, intrisa di tradizioni, spontaneità, semplicità.
Sono echi che arrivano da un passato lontano, molto distanti dal frastuono della nostra attualità, spesso più concentrata sull’apparire e il “consumare”, che sull’essere. E, in controtendenza, questo libro aiuta piccoli e grandi a riprendere contatto con la propria interiorità, con il sapore antico e dolce delle tradizioni, delle piccole grandi azioni “rituali” che danno conforto e costanza alla vita.
E’, a mio avviso, un libro più per grandi che per piccoli, pur essendo propinato come testo per l’infanzia: e la bellezza, secondo me, risiede proprio nel fatto che si può trasformare una semplice filastrocca in un grande insegnamento di vita proprio in base al momento e all’età in cui la si legge.
3 cose che mi porto dalla lettura di questo libro:
1. L’importanza delle piccole cose.
La dimensione “antica” nella quale si è catapultati leggendo questo libro mi dà quasi un senso di nostalgia per alcuni aspetti della vita ormai quasi obsoleti e che, invece, rappresentavano grandi ricchezze per i nostri nonni.
Ricordo, per esempio, quando i miei nonni mi raccontavano la gioia del mangiare la carne durante il pranzo della domenica perché gli altri giorni non era possibile: anche una cosa per noi così scontata e banale per loro era “la” cosa.
Ecco che, allora, ritornare a valorizzare e, banalmente, ad accorgersi delle piccole cose che diamo per scontate ogni giorno può aiutarci a fare la differenza e, chissà, ad essere più sereni.
2. Il segreto è godere di ciò che possiedi già.
Un po’ in linea con il punto precedente, questa lettura riaccende dentro di me la riflessione su quanto siamo incapaci di stare nel presente e di vivere ciò che ci succede momento dopo momento. Non puoi né riconoscere né essere grata/o per ciò che hai se sei impegnata/o ad inseguire quello che ti manca.
Invece, se impari a leggere la tua realtà sulla base di ciò che sei e hai già, è molto probabile che sarai meno insoddisfatta/o e più in contatto autentico con te stessa/o.
3. Le tradizioni come “porto sicuro”.
Ultimo aspetto che mi rimane dalla lettura del libro è l’importanza di creare delle tradizioni nella propria vita. Chiamale routine, abitudini, usanze: il messaggio che mi interessa farti arrivare è proprio quello di concederti dei “punti fermi”.
Non si tratta di essere rigidi o ripetitivi, ma di trovare nella propria vita e nella propria storia delle costanti, che sono esse stesse linfa per la propria identità. Ben venga, quindi, se questo significa ritrovarsi sempre nella stessa casa con le stesse persone per una data festività, o lasciare latte e biscotti per Babbo Natale alla vigilia di ogni anno: non è il cosa fai, ma il significato profondo che dai a quello che fai.
CITAZIONE PREFERITA
“A mezzanotte, secondo l’orario, sull’anno nuovo si alza il sipario. Abbiamo tutti una parte da fare, ma non è scritta, non è da studiare. C’è per fortuna un suggeritore. Ascoltatelo: è il vostro cuore”.
Che sia un Natale ricco di senso per voi e per i vostri bambini!
Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.