Rimanere "ancorati" a se stessi per andare oltre se stessi
Parlare di sesso nel 2019 può sembrare scontato e, chissà, poco “di moda”.
Nel corso degli anni un tabù si è trasformato in una sorta di automatismo quasi senza importanza, ciò che non era dicibile è diventato un qualcosa di raccontabile e “pubblico”.
Ma che cosa si è davvero evoluto (se di evoluzione si parla)? Sicuramente tutto ciò che ha a che fare con il comportamento sessuale in senso lato. Molto meno ciò che ha a che fare con l’intimità.
Quando si parla di relazione di coppia è inevitabile toccare anche l’aspetto della sessualità, proprio perché questa è una componente che, del resto, differenzia e caratterizza la coppia stessa. In questo articolo mi riferisco, però, alla coppia immaginandomela come coppia “stabile”, che ha una storia e, in certi termini, un futuro.
Scelgo di lasciare fuori dal mio discorso le relazioni occasionali e senza altri fini oltre quello puramente sessuale perché, pur avendo ovviamente una loro collocazione di significato, mettono in campo dinamiche che esulano dal discorso che voglio fare oggi.
Come dicevamo, se non ci fosse la componente sessuale saremmo di fronte a relazioni amicali, familiari, sociali in senso lato. La sessualità dovrebbe essere, infatti, uno degli aspetti principali di una coppia, insieme all’intimità e all’impegno. Ma non sempre le cose vanno così.
Non sempre è facile mantenere “accesa” la passione, e non sempre è possibile farlo a causa di difficoltà di varia natura. Non sempre, infine, troviamo passione e intimità all’interno della stessa coppia: questo, come vedremo, potrebbe essere un ostacolo per lo sviluppo di una relazione sessuale percepita come “piena” e soddisfacente.
Spesso, infatti, problematiche di natura sessuale nascondono difficoltà sul piano dell’intimità. Difficoltà a loro volta legate alla dimensione dell’individuazione e dell’identità personale. Tradotto in pratica questo significa che se non sei in grado di incontrare e accettare davvero te stessa/o non puoi essere in grado di incontrare un’altra persona, ancora di più su un piano così complesso come quello sessuale.
Sessualità e de-siderio: la “distanza dalle stelle” può essere colmata?
La sessualità caratterizza la specie animale e, in apparenza, appartiene al regno dell’istinto, della biologia e della “natura”. Ok, nulla da obiettare su questo. Ma, se ti fermi un attimo a pensare alla tua esperienza personale, puoi davvero dire che è solo questo?
Tutto ciò che ha a che vedere con la sfera sessuale coinvolge per forza di cose non solo componenti biologiche e somatiche, ma anche aspetti affettivi, cognitivi, motivazionali, sociali, culturali.
Il nostro comportamento sessuale non è guidato solo da istinto e fisiologia, sarebbe sin troppo banale e facile. E poi, (se proprio dobbiamo essere precisi) se tutto fosse ridotto soltanto ad un “meccanismo” biologico non esisterebbero le difficoltà sessuali di natura psicologica che, invece, sono frequenti al giorno d’oggi.
Il sesso nella coppia può, infatti, essere ricondotto a due parole: espressione e relazione. Allo stesso modo, i sintomi di natura sessuale sono espressione di un qualcosa che, forse, parte da un “difetto” di relazione. Il taglio che voglio dare a questa riflessione non è, però, di natura strettamente clinica, quindi scelgo di fermarmi rispetto a tutto ciò che riguarda la psicopatologia del comportamento sessuale.
Quando fai sesso con il tuo partner entri in relazione (o almeno così dovrebbe essere) in primis con te stessa/o e poi con l’altra persona. Una relazione cha potrebbe essere serena, ma anche difficile e burrascosa, o addirittura evitante e distaccata. Questo per dire che dietro il comportamento sessuale si nascondono tante sfaccettature legate all’immagine che hai di te e degli altri.
Se, per intenderci, pensi di non essere abbastanza attraente o capace non ti potrai lasciare andare. Se non ti fidi della persona che hai accanto non potrai entrarci davvero in relazione. Se hai paura di essere abbandonata/o o non amata/o magari tenderai ad essere distaccata/o a tua volta.
Inoltre, quando sei sotto le lenzuola esprimi sempre qualcosa: amore, sensualità, curiosità, divertimento, gioco, affetto, creatività, accettazione, ma anche aggressività, potere, timore, dolore, tristezza, solitudine.
Ma cosa ti spinge a fare sesso? Alla base di un incontro sessuale dovrebbe esserci un desiderio. E se andiamo a vedere l’etimologia di questa parola, desiderio vuol dire “distanza dalle stelle” (dal latino de-siderus): se ci pensi, rimanda ad una mancanza. Ad un qualcosa che non hai, che magari guardi da lontano come le stelle, e verso cui tendi.
Il desiderio diventa una “spinta a fare” in senso lato: nel caso della sessualità, si trasforma nella volontà (e quindi nella scelta) di cercare il contatto e, in conseguenza, la soddisfazione di una tensione che è tutto fuorché solo biologica.
E se attraverso il desiderio tendo ad avvicinarmi ad un qualcosa che manca, forse desiderio potrebbe essere sinonimo di diversità e differenziazione. Cerco nell’altro un qualcosa che sento di non possedere proprio perché so chi sono e cosa voglio. In altri termini, posso soddisfare davvero un desiderio se sono abbastanza differenziata/o e separata/o dal mio partner.
Incontrarti per incontrare: individuazione e intimità
A volte si pensa che per essere una buona coppia si debba diventare uno. Fondersi l’uno nell’altra appianando le diversità e diventando uguali nel modo di guardare alla vita: in realtà in questo modo ci si allontana da se stessi e, quindi, anche dai propri bisogni e desideri. E se, come abbiamo visto, desiderio è anche “tensione verso una diversità”, va da sé che di fronte alla fusione il desiderio possa venire meno.
E’ proprio tramite il riconoscimento della mia individualità e diversità che posso portare qualcosa nell’incontro, alimentando il desiderio stesso di questo incontro.
Essere differenziati non vuol dire essere distanti o indifferenti. La differenziazione è il frutto di un percorso personale che dura tutta la vita: percorso che ti dovrebbe portare non solo ad avere coscienza di chi sei e dove vai, ma soprattutto a sentirti talmente tanto “radicata/o” dentro di te da poterti permettere di farti avvicinare davvero da qualcun’altro.
Essere differenziati significa - ti sembrerà un paradosso - essere intimi. Sei intima/o quando conosci i tuoi desideri e puoi esprimerli a chi ti sta accanto, e quando ti puoi permettere di farti avvicinare dai desideri altrui senza perdere di vista i tuoi.
Quanti incontri sessuali sono davvero intimi all’interno di una coppia? Sei in grado di chiedere ciò che vuoi e di dare senza paura? Hai tanta fiducia in te stessa/o da poterti permettere di “occupare il tuo spazio”? Riesci a mostrarti davvero? Sei capace di essere con il tuo partner nel momento presente o vai altrove con la testa? Riesci ad esprimerti e comunicare a parole come ti senti sessualmente e di cosa hai bisogno?
Questi sono solo piccoli spunti per lasciarti un messaggio a mio avviso importante: se non parti da te non puoi guardare chi è accanto a te. Se non ti incontri profondamente non potrai lasciarti andare profondamente con un’altra persona.
A volte le difficoltà di natura sessuale che nascono in una coppia (guarda caso molto spesso legate alla dimensione del desiderio …) sono riassunte nei termini del “non potere”: come se ci fosse un qualche ostacolo fuori da sé che impedisce l’incontro sessuale. Come se le responsabilità possano essere relegate fuori da noi.
Inizia a trasformare la dimensione del “non potere” in quella del “non volere”: non voglio desiderare, non mi voglio mostrare, non voglio fidarmi, non voglio giocare, non voglio incontrare. Poi puoi chiederti quali sono gli ostacoli, da dove arrivano e perché. Così, forse, potrai sentire di avere tu il potere della tua sessualità di coppia, nel bene e nel male.
Verso l’intimità
Non ci possono essere “consigli” o regole utili per migliorare la tua sessualità: questa sfera è così profonda e sfaccettata che andrebbe toccata con molto rispetto e pazienza. E’ una dimensione che ti rende unica/o e, per questo motivo, diversa/o da chiunque altro: puoi lavorarci, certo, ma questo lavoro deve essere particolareggiato e specifico rispetto alla tua storia e alla tua vita (magari anche con l’aiuto di un professionista).
Mi viene, però, da lasciarti degli spunti di lavoro utili per la tua coppia: tutto quello che porti o non porti nella relazione dice di te e di dove sei e, quindi, se provi a fare un “lavoro inverso” partendo dalla tua coppia potresti poi arrivare ad avere maggiore consapevolezza personale.
1. Alimenta la tua individuazione.
Abbiamo parlato di questo qualche riga fa: riscopri la tua individualità, persegui l’autonomia e la differenziazione. Questo, come già visto, non vuol dire che sei egoista o indifferente al rapporto, ma tutto il contrario. Vuol dire imparare a comprendere chi sei e cosa vuoi, a darti fiducia e credito, imparare a volerti bene. Se non ti prendi il tuo spazio in senso lato (più facile farlo in termini concreti, molto meno in termini psicologici …) non potrai donare nulla agli altri.
2. Aggiorna le “mappe” della tua coppia.
Nel momento in cui avrai iniziato a percepirti come essere unico, dotato di bisogni e desideri, potrai rivelarti all’altro. La coppia attraversa diverse fasi durante il suo ciclo di vita ed è molto frequente che cambi su qualche aspetto. Per questo, è necessario fare degli “aggiornamenti periodici”: confrontati con il tuo partner rispetto a cosa vi piace sessualmente e cosa no, alle fantasie e ai desideri.
3. Stabilisci dei rituali di contatto.
Prima ancora di arrivare al sesso parti dallo stabilire un contatto vero con il tuo partner, che esuli dal rapporto sessuale in sé. Spesso ciò che alimenta il desiderio è proprio qualcosa che, in apparenza, non è direttamente collegato ad esso. Questo può voler dire trovare dei momenti di vicinanza dove potete essere in sintonia facendo qualcosa che vi piace, creare delle “routine di incontro” e scambio entra sessuali, come abbracciarvi al mattino appena svegli o salutarvi con un bacio prima di andare a lavoro.
4. Impara a differenziare ciò che è sessualità da ciò che è genitalità.
A volte si fa l’errore di accomunare la parola sesso al rapporto sessuale in senso stretto. In realtà, si può sperimentare un forte erotismo anche senza avere un contatto a livello genitale. Esercita la creatività e il divertimento, non riducendo la tua sessualità al rapporto in sé. Questo significa dare più voce alla tua femminilità/mascolinità, provocare, corteggiare, giocare.
Per il momento la mia breve riflessione su sessualità e intimità finisce qui: e tu, come sei messa/o rispetto a questa tua sfera personale?
Ti lascio, come di consueto, con qualche spunto di lettura:
- “La passione nel matrimonio. Sesso e intimità nelle relazioni d’amore”, di David Schnarch.
- “Il piacere femminile. Scoprire, sperimentare e vivere la sessualità”, di Ilaria Consolo.
- “Il piacere maschile. Sesso senza tabù”, di Fabrizio Quattrini.
- “Gli uomini vengono da marte e le donne venere”, di John Gray.
Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.